In maniera piuttosto improvvisa, lo scorso 25 marzo è venuto a mancare Gianfranco Vivian.
Era nato a Treviso l’8 febbraio 1938. Subito dopo la guerra ha cominciato a frequentare le montagne accompagnato dai genitori che ogni anno trascorrevano le vacanze estive in varie località montane. Come si legge nel suo libro C’è neve sulle Cime, il piccolo Stefano (il nome è di fantasia, ma rappresenta l’autore stesso) a 10 anni impara a conoscere le cime dell’Antelao e del “Caregon del Padreterno”; percorre sentieri che lo portano a comprendere i duri lavori dei montanari e si interessa fin da piccolo del valore dell’erba dei prati e della ricchezza degli animali per una famiglia.
Dopo il diploma classico, prosegue gli studi universitari laureandosi, tra i primi in Italia, in Ingegneria Elettronica. Desiderava far parte del Corpo degli Alpini ma la sua richiesta venne scartata avendo presentato una così moderna Laurea.
Ha sempre conciliato il suo impegno professionale nel settore della telefonia, con la passione per la montagna, l’alpinismo e lo scialpinismo (oltre 60 anni di tesseramento al CAI), per la pittura, per la fotografia e per la narrativa.
Socio dell’Ateneo di Treviso e accademico del GISM, ha pubblicato per Nuovi Sentieri di Belluno Il sogno della montagna (2002), C’è neve sulle Cime (2007) e Dove urla il vento (2010). Del 2014 è la pubblicazione dal titolo Himalaya, lungo i sentieri sacri del Nepal (con prefazione di Spiro Dalla Porta-Xydias, edizione Elzeviro), del 2017 Patagonia fin del mundo (Grafiche De Bastiani) e del 2018 Cercando la luce stampato da Grafiche Antiga.
La fotografia lo ha spinto a pubblicare alcuni lavori che hanno ottenuto notevole successo: Colli trevigiani, un percorso artistico e paesaggistico fatto di immagini e descrizioni lungo il territorio collinare della Marca trevigiana, dal Piave alle Prealpi (ed. Vianello 2000, 2002, 2003) e Angoli di Treviso (immagini e scorci della città. Testi in collaborazione con Natalina Botter, 2005) editi da Vianello Libri. Ha curato inoltre la parte fotografica del libro Fontane nel Centro Storico, a cura del Rotary Club Treviso (1997 e 1999) di cui è stato due volte Presidente. Ha collaborato con altri autori per l’edizione del libro Treviso, i luoghi del colore (Biblos 2002).
Nel rispondere al suo istintivo piacere per il viaggio, per la contemplazione e per la ricerca di particolari aspetti antropologici legati al paesaggio e alla storia, soprattutto quella locale, ha viaggiato in luoghi poco frequentati dal turismo di massa: Islanda, isole Svalbard, Patagonia, Himalaya, Tanzania, Perù, ecc. Di tutte le sue molteplici esperienze ha conservato una ricca documentazione fotografica e descrittiva.
Natalina Botter